
Credits: Fabrizio Cestari
"Il Giorno" riporta la diffidenza di Alex Britti per il meccanismo della giuria. «Siccome tutti hanno amicizie nella giuria di addetti ai lavori, il rischio è che le valutazioni siano in qualche modo influenzate dalle conoscenze. Paradossalmente forse era meglio quanto di giudicavano le giurie popolari, anche a rischio di veder premiato il vestito o il taglio di capelli piuttosto che la canzone».
Sul "Corriere della Sera", accanto a un articolo sulle sfortune dei vincitori passati Jalisse e Minetti (vedi anche la sezione "Dalla stampa" di Rockol), altre rimostranze da parte di Nino D’Angelo e Gianluca Grignani. Il primo fa notare che «Tutti parlano dello spettacolo, di Fazio e degli ospiti, ma l’italiano medio non ha la più pallida idea del cast dei cantanti. (...) Ero convinto che la Casta si chiamasse Casta Dulbecca. E non capivo perché avesse tanto spazio sui giornali mentre nessuno parla di me e dei miei colleghi».
Pare anche che lo "speciale" Tg1 condotto da Vincenzo Mollica e Lamberto Sposini, che aveva lo scopo di presentare i cantanti in gara, abbia registrato un po’ di tensione. «Ci siamo trovati sul palco della sala stampa con la platea occupata solo dai due giornalisti - spiega Grignani - Al solito ci siamo trovati "in cattedra", ma nella sgradevole condizione di essere giudicati. Anzi, pregiudicati».
Sul "Corriere della Sera", accanto a un articolo sulle sfortune dei vincitori passati Jalisse e Minetti (vedi anche la sezione "Dalla stampa" di Rockol), altre rimostranze da parte di Nino D’Angelo e Gianluca Grignani. Il primo fa notare che «Tutti parlano dello spettacolo, di Fazio e degli ospiti, ma l’italiano medio non ha la più pallida idea del cast dei cantanti. (...) Ero convinto che la Casta si chiamasse Casta Dulbecca. E non capivo perché avesse tanto spazio sui giornali mentre nessuno parla di me e dei miei colleghi».
Pare anche che lo "speciale" Tg1 condotto da Vincenzo Mollica e Lamberto Sposini, che aveva lo scopo di presentare i cantanti in gara, abbia registrato un po’ di tensione. «Ci siamo trovati sul palco della sala stampa con la platea occupata solo dai due giornalisti - spiega Grignani - Al solito ci siamo trovati "in cattedra", ma nella sgradevole condizione di essere giudicati. Anzi, pregiudicati».
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